Con fatica immensa
Di nuovo
Il compito mio ingrato è destrutturare
Rendere pieni di carta, e inchiostro, e colori, e parole futili
I vuoti che altro aveva riempito prima.
Come nei vecchi miti,
spingere su di una salita
il grumo delle speranze
solo per arrivare al limite dell’equilibrio instabile
e perdere tutto, di nuovo, quando rotolano via gonfie e pesanti.
E così abbiamo parlato e parlato,
dei nostri mondi lontani
di desiderio e di vita
del passato e di futuri improbabili.
Le basi fragili
Si incrinano con poche parole
Basta il vento di Maestrale
che da terre che non conosco, porta paura e addii
basta poco a gelare ciò che era caldo.
E tutto è detto e tutto è immobile
Tutto è già nella storia
Solo per chi sa leggere
Solo per chi l’ha scritta.